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CHANGE 2 - 1B SCIENZE UMANE DEL CAIROLI: lasciate libere le donne di decidere!

Foto CHANGE 2 - 1B SCIENZE UMANE DEL CAIROLI: lasciate libere le donne di decidere!

CHANGE 2

I ragazzi di oggi vivono i media in modo totalmente diverso rispetto a come li possiamo fruire noi. Sono più social, hanno una comunicazione più legata all’immagine che alla parola ma comunque certe cose non sfuggono nemmeno a loro. I ragazzi della 1B scienze umane del liceo Cairoli hanno voluto parlare delle pubblicità e di come viene vista la figura femminile al suo interno, un argomento che è stato oggetto di un laboratorio all’interno del progetto. E questi sono i loro pensieri. “Non faccio spesso caso a molte pubblicità- esordisce Gaia Veronese - ma, vedendole all’interno del progetto, ho capito che dietro tutto questo ci sono delle donne che si mettono in mostra per soldi. Alcune pubblicità sono eccessive e per questo sono andate in onda tagliate: Mi hanno colpito molto, non me lo sarei aspettato, non ero a conoscenza di certe cose”. Yasmine Biti continua commentando: “la donna non dovrebbe essere sfruttata, dovrebbe essere lei a decidere che lavoro fare e come vivere la sua vita, bisogna lasciarla libera di scegliere” mentre Sofia Albino afferma che “alcune pubblicità sono offensive e chi le crea se ne approfitta. Molte altre sono invece utili e gradevoli. In generale questo laboratorio è stato utile e auguro a tutti di poterlo seguire”. Una voce maschile, quella di Achille Cappelli che ammette di essere rimasto colpito dalle pubblicità di marchi più famosi. “Non mi sono piaciute - dice - quelle che hanno messo in mostra le parti intime delle donne perché secondo me non si necessita di tutto questo per vendere” ed Edoardo Leone aggiunge: “la figura femminile non deve essere vista come un oggetto ma come una persona al pari dell’uomo, quindi spero un giorno che questi stereotipi scompaiano del tutto”. Martina Nepoti prosegue il discorso sulle pubblicità: “le donne sembrano una merce di scambio: sono tutte di bella presenza e la sua figura viene stereotipata come la casalinga che bada alla casa mentre l’uomo è al lavoro e mantiene la famiglia. Nel 2019 questa visione dovrebbe essere già un ricordo” e Serena Maffei continua: “la pubblicità sta diventando pesante. La donna viene usata per trasmettere messaggi volgari solo a scopi di vendita. Le pubblicità possono essere viste anche dai bambini che possono farsi un’idea sbagliata su come funziona il mondo. Le persone sono spesso, in questi spot, ripresi in circostanze scomode che non hanno nulla di educativo”. Il fatto che la donna venga rappresentata in un certo modo nelle pubblicità aiuta gli stereotipi a permanere nel tempo quando in realtà bisognerebbe diffondere un messaggio diverso per eliminarli definitivamente, questo è invece il messaggio di Michelle Piparo. Molte giovani donne della classe non demonizzano la pubblicità ma la individuano come causa dell’aumento degli stereotipi legati alla figura femminile. Chiara Ferri infatti sostiene che “la donna viene rappresentata come se dovesse fare solo ciò che vuole l’uomo. Alcune donne magari fanno determinate cose per farsi notare ma non sono tutte così e le altre potrebbero offendersi” e Salma Bahemi aggiunge: “la pubblicità è uno dei motivi per cui la donna viene vista inferiore all’uomo. Le donne devono avere la forza di ribellarsi per avere una vera parità di diritti” mentre Valeria Zoe Scarponiprecisa che “la pubblicità deve pubblicizzare il prodotto senza utilizzare la figura femminile per attirare l’attenzione e trasmettere valori negativi e sbagliati”. Martina Varchi ci tiene a precisare il valore della donna che va al di là dell’aspetto fisico. “La donna – dice - non è solo una figura ma è anche pensiero ed intelligenza, dietro ad un corpo si trova anche un cervello. Anche il fatto di destinare le donne soprattutto alla moda e non ad esempio alla politica “. Per Fiorillo Martina la rappresentazione della donna è lontana dalla realtà perché mostra “pubblicità spesso sessiste che mostrano la donna in modo assolutamente non veritiero. Viene mostrata spesso nuda in posizioni provocanti per far sì che le persone si concentrino su una pubblicità e ne parlino continuamente accrescendo la fama del prodotto”. Beatrice Cavaletto invece commenta: “viene spesso esposto il lato sessuale della donna, come un oggetto facile da ottenere e l’uomo è superiore sia nella coppia che sul lavoro. La donna è criticata anche per il modo in cui si veste: con un abito scollato è considerata “facile” e se subisce violenza in tv e sui giornali viene specificato il modo in cui era vestita come a dire che se l’è cercata. Se invece un uomo va in giro vestito in modo appariscente viene considerato semplicemente attraente. Questo è sbagliato poiché siamo tutti uguali e dobbiamo avere gli stessi diritti” Greta Sangiorgi sottolinea che spesso sono le donne a non essere solidali con le altre oppure a voler aderire a certi stereotipi per convenienza o per poter essere accettate nella società. “La cosa più triste di certe pubblicità – afferma - è che molte donne trovano normale tutto questo e alcune stimano e invidiano pure le modelle. Molti uomini si sentono liberi di scrivere ogni cosa sulle donne pensando di avere potere su di loro. Una donna deve farsi valere, si deve sentire rispettata e deve combattere contro gli uomini che pensano di essere superiori e contro la mente delle donne che pensano che questo sia normale”. Emma Zanotti dichiara il suo disgusto per certe immagini. “Una immagine mi ha colpito particolarmente- dichiara - quella di una donna, in una pubblicità, ricoperta di una pellicola trasparente con la scritta “offerta speciale”; un oggetto da vendere come uno schiavo nell’antichità. È stato un progetto educativo e spero in futuro che le donne si rispettino di più”. Negm Ahmed invece ci tiene a sottolineare che non sono solo le donne ad essere vittima di spot sbagliati. “Nelle pubblicità – dice - vengono usate le donne ma anche i bambini e gli uomini: nessuno nomina l’uso di questi, si parla solo delle donne e si creano grandi scandali. Con questo non nego l’evidente sfruttamento della donna con allusioni anche sessuali”. Beatrice Maggi riflette sul ruolo della donna che viene mostrato pubblicamente: “sono raffigurate spesso deboli o solo come mamme che stanno a casa coi figli, invece di lasciarli col padre e pensare anche alla carriera. Si fa leva sul fatto che le donne siano oggetti sessuali con le parti intime in mostra. L’uomo dovrebbe aiutare la donna a credere in sé stessa e non dovrebbe demolirla mentalmente o fisicamente. La donna dovrebbe portare avanti i suoi sogni. Sono convinta che possano esserci uomini in grado di amare a aiutare le donne” ed infine Sara Colombo conclude dicendo che “le donne sono sempre raffigurate belle, alte, magre e perfette, come un uomo vorrebbe avere una donna. Spesso le donne vengono giudicate perché hanno deciso di aderire a questi canoni oppure si giudicano le modelle per avere accettato certi ruoli non sapendo cosa ci sta dietro: magari una necessità di denaro” .

08/05/2019

La Redazione

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