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CHANGE 2 - 2B SCIENZE UMANE DEL CAIROLI: LA TV STRUMENTALIZZA LE DONNE

Foto CHANGE 2 - 2B SCIENZE UMANE DEL CAIROLI: LA TV STRUMENTALIZZA LE DONNE

CHANGE 2

All’interno del laboratorio del Change 2 i ragazzi hanno potuto vedere come, attraverso diversi media, l’immagine della donna non venga rispettata o venga mostrata solo una parte di ciò che la donna è realmente. I ragazzi della 2B Scienze Umane del Liceo Cairoli hanno proprio voluto riflettere su questo aspetto e da quello che emerge nelle loro dichiarazioni sono tutti d’accordo nel considerare che oggi non viene dato il giusto spazio alla figura femminile. Kristina Sozonova esordisce dicendo che “la donna non viene rispettata, spesso perché diversa da come la società si aspetta che sia come ad esempio donne che vanno ad aiutare persone bisognose in Paesi Extraeuropei non vengono considerate nella giusta maniera. Le donne che hanno potere e ricchezza vengono sottovalutate ed offese solo perché sanno muoversi negli affari spesso meglio degli uomini. Purtroppo siamo in una società in cui la donna è ancora considerata inferiore all’uomo sia nell’ambito lavorativo che famigliare. L’importante però è non perdere la speranza e lottare per una reale uguaglianza”. Kevin Angel Trouiller sottolinea come le “leggi” del mercato prevalgano sulla visione che viene data della donna. “Viene spesso strumentalizzata dai mass media – dice - e il suo corpo viene utilizzato accanto a frasi ammiccanti che per quanto non abbiano nessuna connessione con il prodotto o l’argomento trattato, servono ad aumentare le vendite”. Chiara Nola fa un ragionamento al contrario e afferma: “non mi è mai capitato di vedere pubblicità che mettano in risalto le vere capacità delle donne, la loro forza o il loro intelletto”; la segue Yassine El Rhaz sostenendo che “spesso la donna in pubblicità viene privata della sua privacy anche se questo non avviene in tutti gli spot”. Seguono poi dichiarazioni corali di ragazzi che la pensano nello stesso modo su come la donna viene vista oggi in molti ambiti legati all’immagine. Gaia Zorzolo, Elias Cairati Ada Artioli e Alessia Turi dichiarano che “non viene affatto considerata la personalità della donna, è solo uno strumento”, fa loro eco anche Linda Codazza con un: “nessuna valorizzazione per la donna” con Martina Geloso: “bisogna rispettare la donna per quello che è e trovo ingiusto discriminarla o sminuirla”. Giada Lio e Martina Gospetti spostano l’attenzione dal corpo alle caratteristiche che per stereotipi vengono attribuite alla donna ovvero quelle di sottomissione e debolezza. “La donna nei media – affermano - è sempre fragile, senza personalità e considerata solo per il suo aspetto esteriore. Le donne invece sono forti e determinate” mentre Francesca Valle continua sostenendo che “in alcune pubblicità o film credo sia lecito mostrare qualcosa di più di ciò che si dovrebbe però in molti casi non c’è una logica”. Lo stesso pensiero di Chiara Zullo che precisa: “posizioni volgari nelle pubblicità per promuovere prodotti sono inappropriate in quanto questi spot potrebbero essere visti anche da bambini ed è sbagliata una pubblicità che vuole solo attirare l’attenzione senza pensare a come la donna viene vista” e di Malvina Incerto, Giulia Vese, Martina Bruno e Aurora Pernigo che commentano: “il corpo dell’uomo o della donna in esposizione spesso è l’unico modo per attirare l’attenzione su un prodotto” ma “a volte è la donna stessa che sbaglia a prestarsi ad un certo tipo di spot pubblicitari o ruoli”, sostiene Giorgia Cruellari. “Anche le trasmissioni tv come ad esempio Ciao Darwin utilizzano l’immagine della donna per attirare pubblico: la sua presenza è irrilevante” – incalza Angelica Sempio – mentre Alessia Ravera precisa che “a volte è solo il mezzo per fare dell’ironia e viene rappresentata spesso solo come la brava casalinga” e “la donna non dovrebbe essere riconosciuta per il suo aspetto fisico ma per come sa prendere il suo posto nel mondo e per il suo coraggio nonostante le tante discriminazioni”, conclude Matilde Piacentini.

08/05/2019

La Redazione

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