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Giornale on line registrato al Tribunale di Pavia n. 2/2016

TOUR VIRTUALI A CONFRONTO: FRIDA KAHLO MUSEUM VS MUSEI VATICANI

Foto TOUR VIRTUALI A CONFRONTO: FRIDA KAHLO MUSEUM VS MUSEI VATICANI

CULTURA

Dall’azzurro delle pareti della casa di Frida Kahlo a quello del cielo dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina il passo è breve, anzi, è un click. Il nostro mouse ci porta alla scoperta di altri due tour virtuali ovvero il Museo Frida Kahlo a Città del Messico e i Musei Vaticani. Premetto che non sono una grande estimatrice dell’arte della pittrice messicana (sono gusti) seppur le riconosco un grande valore come tecnica, tematiche e utilizzo del colore. Senza contare il fatto che la sua vita è stata colma di grandi sofferenze e di grandi lotte. Insomma, per farla breve, ammiro il personaggio ma un po’ meno il risultato della sua ricerca. Recentemente ho scoperto che la sua “Casa Azul” è stata la più cliccata tra i tour virtuali in questa quarantena a livello mondiale. Questo mi ha stupito solo in parte in quanto, ahimè (o per fortuna a seconda di come la si guarda la questione) anche il mondo dell’arte va a “mode”. Ora è tutto un Frida Kahlo: orecchini, magliette, borse, cerchietti per capelli e chi più ne ha più ne metta, ispirati o ritraenti l’artista. Oggi Frida è prezzemolina mentre in pochi sanno chi è Sofonisba Anguissola. Il museo in sé è molto curato: il pavimento è spesso di un giallo squillante e a tratti sembra di essere in una casa di qualcuno che si è calato qualche acido data la grande quantità di colori accesi e vivaci. Virtual tour senza infamia e senza lode che comunque fa il suo dovere: la navigazione procede con una mappa con degli “hot spot”, le diverse aree alle quali si può accedere, la schermata non è piena (non è in modalità “tutto schermo”) ma si può zoommare e vedere più da vicino gli oggetti, esposti con grande cura in modo che siano contestualizzati all’interno delle diverse aree della casa museo. Il giardino è un piccolo paradiso esotico: quell’azzurro freddo e straniante fa contrasto con il verde della flora in maniera molto forte e ben si sposa con le installazioni presenti all’esterno. Si respira lo spirito della padrona di casa, un luogo che contribuisce a rendere vivo il suo operato e la sua anima. Apriamo una nuova finestra e spostiamo il nostro mouse all’interno dei Musei Vaticani. Ci sono stata più volte e la grandezza che si respira lì dentro è davvero infinita, come il numero delle sue opere, come le pennellate all’interno della Cappella Sistina. La sezione virtual tour presenta 8 sezioni legate ai diversi luoghi del Museo: dalla Cappella Sistina alle stanze dipinte da Raffaello. Alta definizione delle immagini ma con qualche difetto: navigazione lenta e impossibilità di avvicinarsi alle opere e vederle un po’ da vicino (senza contare che non ci sono “finestre” con spiegazioni sulla storia della sezione museale o della singola opera). Deludente il tour Cappella Sistina come quello della sezione “Braccio Nuovo” con mosaici e statue classiche, quest’ultima solamente una inutile passeggiata in un lungo, seppur meraviglioso, corridoio. Ma nulla di più: un museo deve raccontare e questi virtual tour non lo fanno. Sinceramente molto deludente per il fiore all’occhiello della cultura della Città del Vaticano, un giochetto, quello del tour, evidentemente costato caro ma non abbastanza funzionale per l’utente da casa. Francesco non ti preoccupare, la fila chilometrica davanti agli ingressi la avrai ancora per lungo tempo appena si potrà viaggiare. Questi soldi potevano essere spesi meglio, un tour un po’ striminzito fatto al risparmio: si vede che Sua Santità o chi per esso non ritiene così importante valorizzare il grosso patrimonio storico culturale del Museo, preferendo, forse, altri tipi di patrimoni. E dulcis in fundo: all’interno della sezione “tour virtuali” ho visto una cosa che mi ha lasciato la mascella bloccata. Una sezione chiamata “sostienici”: che rimanda ad un sito dei patroni o benefattori del Museo. In questo sito c’è anche la possibilità di diventare “Patron” (è tutto scritto rigorosamente in inglese) e con a fianco un bel bottoncino con la scritta “Donate” (“dona”). Davvero? Con tutti i soldi che ha la Chiesa e con tutti i soldi che si raccolgono dalla vendita degli ingressi ai Musei Vaticani e relativo merchandising si ha il coraggio di chiedere di dare dei soldi per il restauro di opere d’arte o per la manutenzione ordinaria del Museo? Si sa che vergognarsi vuol dire essere saggi…

06/05/2020

Paola Doria

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